home cinema audio surround multicanale

Purtroppo la maggior parte delle sale cinema in Italia non suona bene come ci si potrebbe aspettare. Esistono delle eccezioni naturalmente, ma sarà capitato a tutti di andare al cinema per un film e uscirne frastornati da volumi troppo alti e distorsioni fastidiose degli altoparlanti. Suonare forte non significa suonare bene. Da questo punto di vista il cinema a casa (detto Home Theatre) presenta dei vantaggi:

  • Ambienti più piccoli da sonorizzare
  • Poter scegliere un sistema di alta qualità
  • Possibilità di adeguare il volume a piacimento
  • Evitare gli spettatori rumorosi che talvolta si trovano al cinema

Di contro l’ambiente casalingo raramente presenta un’acustica trattata, ma per ovviare a questo esistono delle soluzioni tramite calibrazioni acustiche proprietarie e arredamento acustico specifico o non specifico.

Sala cinema audio multicanale surround.
Sala cinema presso Alta Fedeltà

Introduzione al Surround multicanale

Tralasciando le soundbar, che per quanto performanti possano essere rappresentano un compromesso rispetto a un vero impianto HT, esistono diverse configurazioni a seconda di quanti diffusori, detti anche “canali” nel linguaggio audio/video, si intendono installare nel proprio impianto audio surround.

La configurazione minima per l’esperienza cinematografica “surround” implica la presenza di due diffusori posteriori. L’audio surround era di fatto un missaggio stereofonico che comprendeva però una componente matriciale che veniva riprodotta dai canali posteriori, che inizialmente proponevano lo stesso segnale mono da entrambi i canali.

Verso la fine degli anni ’90 si è poi passati allo standard 5.1, introdotto grazie all’avvento del DVD in Italia (in ritardo di qualche anno rispetto agli USA, dove si era diffuso il Laserdisc che già proponeva audio 5.1). Questo formato si compone di 6 elementi: 2 casse frontali, 1 centrale, 2 casse surround e 1 Subwoofer (indicato con il .1).

impianto audio surround 5.1
La classica configurazione 5.1

Via via nel tempo sono state pensate configurazioni con ulteriori diffusori, la cui variante più diffusa è la 7.1, in cui i canali surround passano da due a quattro (due canali surround e due “surround back”).

Oggi esistono anche dei canali detti Atmos da istallare a soffitto o sopra le altre casse, che vanno quindi ad aggiungere la dimensione verticale al suono. La nomenclatura per una configurazione con 4 canali Atmos ad esempio, diventa 7.1.4 (o talvolta 7.4.1) con 7 canali sull’asse orizzontale, 4 diffusori Atmos sul piano verticale e 1 subwoofer.

dolby atmos audio multicanale
esempi di configurazioni Dolby Atmos

Il Dolby Atmos

Per capirne il funzionamento, è necessario fare una precisazione tra i diffusori Atmos e la codifica audio Dolby Atmos (o l’equivalente DTS:X) che, con alcune limitazioni, si può fruire anche con sistemi privi di diffusori verticali.

Quando si ascolta un film o un concerto codificato in Dolby Atmos o DTS:X, oltre al già citato plus della verticalità (i canali aggiuntivi a soffitto), si parla di “audio a oggetti” perché i tecnici che curano il missaggio audio possono inserire degli “oggetti sonori” che non sono relegati a uno dei canali in particolare, ma vengono riprodotti nello spazio sonoro a seconda della configurazione di diffusori e dei settaggi del sintoamplificatore in uso.

In altre parole, questi “oggetti sonori” non sono assegnati a priori a uno o più diffusori, ma sarà il processore del sintoamplificatore, se compatibile Atmos, a calcolare in tempo reale e in modo dinamico dove questi oggetti sonori andranno a collocarsi e, di conseguenza, da quali diffusori saranno riprodotti. Nel video sottostante gli oggetti sonori sono visualizzati come pallini gialli.

Questo sistema assicura una riproduzione sonora spaziale precisissima che di fatto si adatta alla configurazione audio multicanale in uso ed è applicabile quindi anche a impianti 7.1, sebbene con risultati non altrettanto spettacolari e precisi rispetto a un sistema completo con diffusori Atmos per la dimensione verticale.

Diffusori multicanale

Per un sistema audio multicanale, in aggiunta ai due altoparlanti tipici dello stereo, altri diffusori possono essere aggiunti per riprodurre i dialoghi, gli effetti surround, Atmos e per le basse frequenze.

Centrale

E’ un diffusore singolo, quasi sempre posto in posizione orizzontale (più largo che alto) ed è responsabile per la riproduzione delle informazioni sonore provenienti dalla parte centrale dello schermo (TV o proiettore che sia). Tipicamente nelle tracce multicanale Dolby o DTS è impiegato per la riproduzione delle voci del film. Per questo motivo andrebbe sempre posto in mezzo tra i canali principali destro e sinistro e possibilmente non troppo distante dallo schermo (tipicamente poco sopra o poco sotto).

Surround

Una coppia o più coppie di diffusori che possono essere anche da pavimento, ma che più spesso sono diffusori compatti da scaffale/stand o da mettere a parete. Devono essere posizionati lateralmente (surround) o dietro l’ascoltatore (surround back). Si occupano di riprodurre gli effetti sonori della traccia audio che circondano l’ascoltatore, generando per l’appunto il famoso effetto Surround.

Subwoofer

Sono diffusori utilizzati per riprodurre il canale LFE (Low Frequency Effects) delle tracce cinematografiche. Solitamente hanno un altoparlante dalle grandi dimensioni (20-30cm), sono fondamentali per trasmettere a livello emotivo le vibrazioni sonore degli effetti di esplosioni, terremoti e salti dinamici di varia natura. Si tratta di un diffusore importante in particolare se la stanza è di grande dimensione o se i diffusori principali sono di piccole dimensioni . La posizione dei subwoofer dipende dall’acustica e dalla disposizione della sala. Tendenzialmente si raccomanda di metterlo nelle vicinanze dei frontali, non eccessivamente appiccicato al muro o agli angoli. E’ anche possibile utilizzare configurazioni multi-subwoofer (es. 7.2): in questo caso invece è bene metterne uno di fronte e uno a lato o dietro l’ascoltatore.

Atmos

Sono un’invenzione relativamente recente dei laboratori Dolby. Si tratta di una o più coppie di diffusori di compatte dimensioni da installare a soffitto rivolte verso il basso oppure da appoggiare a casse da pavimento rivolti verso il soffitto con una determinata angolazione. Nel primo caso il suono è diretto, nel secondo caso il suono viene riflesso dal soffitto e arriva alle orecchie dell’ascoltatore. Scopo dell’Atmos è quello di avvolgere in una bolla sonora lo spettatore con suoni che provengono anche dalla dimensione verticale favorendone il coinvolgimento emotivo.

Diffusore Atmos
Diffusore Atmos Definitive Technology

Questione di equilibrio

Per poter gestire tutti questi diffusori si capisce quanto sia fondamentale affidarsi a un buon sintoamplificatore multicanale, che rappresenta di fatto il cuore del sistema e può arrivare a pilotare, nei modelli più sofisticati, anche 13.2 canali. Altrettanto importante sarà la loro calibrazione, che avviene attraverso un microfono solitamente incluso con il sintoamplificatore, ma di questo parleremo in un prossimo approfondimento.

Nella fase di progettazione di un impianto audio surround multicanale è cruciale ricercare l’equilibrio tra i vari diffusori: non debbono per forza appartenere alla stessa linea o marchio, ma è importante ricordare che accoppiare tanti diffusori pregiati ma poco coesi tra loro è sicuramente meno efficace rispetto a componenti meno costose ma meglio bilanciate.

Anche nel caso in cui si disponga di diffusori stereofonici di un certo livello, eventualmente da utilizzare come base di partenza per un impianto da sala cinema, la consulenza di esperti è fondamentale per valutare quali altri diffusori (e sintoamplificatore) si possano accoppiare in armonia con quelli pre-esistenti.

E sotto la nostra guida è un percorso che si può seguire “un passo alla volta” senza incorrere in brutte sorprese, nel caso uno non punti immediatamente a un sistema Atmos completo.

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